venerdì, febbraio 25, 2011

Le anatre di Carlotta


Tutti noi dobbiamo essere riconoscenti a Carlotta Fassina, infatti è grazie al suo lavoro se io posso scrivere questo post e se voi potete leggerlo.
Carlotta è un'operatrice didattica e lavora al Museo palentologico di Padova, ma soprattutto è un'appassionata ornitologa.
A lei devono dire grazie anche falchi pellegrini dei Colli Euganei, i gheppi o gufi che ospita in casa, i pipistrelli che recupera, salva, svezza, a cui insegna a volare e che poi libera nei cieli notturni.
E, per quello che ci riguarda, devono ringraziarla anche le oche e le anatre.
Ovviamente Carlotta è una delle anime della LIPU di Padova, le foto di questo post sono sue e di suo marito Giorgio Piras



Ma oltre a scattare alle foto veramente notevoli, Carlotta scrive delle anatre e delle oche sul sito della Lipu di Padova , riporto qui parte del suo articolo:

Oche in Veneto, inverno 2010 - 2011

La nostra regione è stata recentemente interessata da un importante afflusso di oche, spinte a sud ovest lungo il loro tragitto migratorio dalle avverse condizioni climatiche che hanno interessato le regioni centrali dell'Europa. Le oche selvatiche appartenenti al cosiddetto gruppo delle oche grigie (Oca selvatica, lombardella e granaiola) sono svernanti regolari in Italia, in particolare lungo la costa Adriatica, ma i loro contingenti, calati considerevolmente tra gli anni '50 e '80, sono molto fluttuanti ed assommano, tra Friuli, Veneto ed Emilia Romagna, a poche migliaia di esemplari. Il fenomeno di quest'anno è decisamente fuori scala rispetto agli ultimi venti anni, se pensiamo che gli stormi che si possono osservare nella laguna di Caorle superano i 9000 esemplari, per la maggior parte Lombardelle, cui vanno sommati circa altre 2700 oche in zona Isola della Cona (Foci del fiume Isonzo, 1200 Oca selvatica e 1500 Lombardella) e circa altrettante nelle zone umide emiliane, più quelle dell'Oasi di Marano Lagunare (un migliaio?) per un totale quindi che supera abbondantemente le 15000 oche (contro le 5000-6000 abituali).
Un quadro più completo potrà essere raggiunto nei prossimi giorni, quando verranno effettuati i conteggi degli uccelli svernanti nelle zone umide, coordinati in Italia dall'ISPRA, e quindi si aggiungeranno anche i dati relativi alla laguna di Venezia e al delta del Po, territori peraltro dove l'elevato disturbo dovuto all'attività venatoria in genere non consente la permanenza di consistenti stormi di oche.
Oltre alle già citate Oche selvatiche e lombardelle si possono osservare un buon numero di granaiole Anser fabalis rossicus (circa 200 suddivise nei vari stormi) e alcune rarità quali Oca facciabianca (questa di probabile origine ferale), Oca collorosso e Oca lombardella minore.
Delle oche della laguna veneta avevo parlato anche nel post dedicato al "giorno dell'oca" nell'isola di Cona

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