martedì, luglio 03, 2007

Ultimi aggiornamenti sulle papere in viaggio nell'oceano

Non credevo che il mio post di metà giugno sulla flotta delle papere di gomma precorresse i tempi della cronaca!
Sul Corriere del 29 giugno 2007 Simona Marchetti parla ampiamente delle paperelle di gomma che dal 1992 galleggiano allegramente per gli oceani, riporto qua sotto il suo articolo.

Il signore nella foto è L'oceanografo Curtis Ebbesmeyer che studia da anni i percorsi delle paperine
LONDRA - Una flotta di quasi 30mila paperelle di gomma sta puntando verso le coste dell’Inghilterra. I primi sbarchi sono previsti entro i prossimi due mesi, dopo un viaggio di oltre 27mila chilometri, durato ben 15 anni e mezzo. Era, infatti, la fine di gennaio del 1992 quando la nave cargo che trasportava questi “Friendly Floatees” perse il suo colorato carico di pennuti di gomma (ma c’erano anche tartarughe, castori e rane) in pieno Oceano Pacifico a causa di una tempesta. La spedizione, appena uscita da una fabbrica di Hong Kong, era destinata alla “The First Years Inc.” di Tacoma, Washington, ma tre containers finirono in mare aperto e, rompendosi a contatto con l’acqua, liberarono i 30 mila animaletti di plastica e gomma che di solito fanno compagnia ai bambini durante il bagnetto e che da allora stanno, invece, vagando per il globo seguendo le correnti marine. Ma non sono soli in questo viaggio.
MONITORAGGIO - Dalla sua base di Seattle, infatti, l’oceanografo americano Curtis Ebbesmeyer li ha tenuti costantemente monitorati, seguendone gli spostamenti sulla cartina geografica e ricostruendo tutto il percorso compiuto fino ad oggi. Stando allo studioso, che al progetto sta dedicando gli anni della sua pensione, una volta finita nell’oceano, l’armata delle paperelle si sarebbe divisa: due terzi avrebbero puntato decise verso sud e, oltrepassati i tropici, sarebbero finite sulle spiagge dell’Indonesia, dell’Australia e del Sud America.
UN MIGLIO AL GIORNO - Altre 10mila circa sono invece state spinte a nord e quelle che sono riuscite a passare attraverso lo Stretto di Bering (che divide la Russia dall’Alaska), "sopravvivendo" alle gelide correnti del circolo polare e alle collisioni con qualche iceberg modello Titanic, dopo otto anni sono finalmente arrivate nell’oceano Atlantico, viaggiando alla velocità di un miglio (poco più di un chilometro e mezzo) al giorno. Era, infatti, il 2000 quando i primi “Friendly Floatees” vennero avvistati nelle fredde acque dell’Atlantico del nord: impossibile confonderli, anche perché avevano la scritta “The First Years” ben visibile.
TAGLIA DI 100 DOLLARI - Da qui, nel 2003, l’idea dell’azienda americana di mettere una “taglia” di 100 dollari (circa 75 euro) sulle paperelle. Chiunque ne avesse trovata una originale e l’avesse spedita al quartier generale di Tacoma, avrebbe ricevuto il denaro in cambio. Ovviamente, con il passare degli anni, il sole e il sale dell’acqua hanno scolorito il giallo delle papere ma anche il blu delle tartarughe, il verde delle rane e il rosso dei castori), come pure il “marchio di fabbrica” della casa madre, ma riuscire ad individuarle dovrebbe sempre risultare abbastanza semplice. Ecco perchè Ebbesmeyer allerta i “cacciatori” inglesi: «Stando ai miei calcoli – ha detto al “Daily Mail” - nei prossimi due mesi le papere dovrebbero invadere le coste ell’Inghilterra. Penso che le prime ad essere interessate saranno le spiagge della Cornovaglia e quelle dell’Irlanda del sud».
MANIE DA COLLEZIONISTI E RICERCHE SCIENTIFICHE - Oggi la saga delle paperelle scampate alla tempesta non è solo finita in due libri per bambini, ma ha anche stuzzicato l’interesse dei collezionisti di tutto il mondo, disposti a pagare oltre 740 euro per quei buffi naufraghi di plastica colorata. Al di là dell’aspetto ludico o commerciale, però, la storia di questo viaggio globale che dura da tre lustri ha permesso agli esperti di studiare i cambiamenti climatici del globo. Conferma Simon Boxall, del Centro nazionale Oceanografico di Southampton, al Times: «Seguendo le papere di gomma attorno al mondo, abbiamo tracciato il percorso delle correnti, che sono quelle che determinano poi il clima e visto che la plastica può durare 100 anni, la nostra speranza è che questa avventura possa continuare ancora a lungo. Per questo, invitiamo tutti i vacanzieri a tenere gli occhi bene aperti quando sono in mare».

3 commenti:

  1. Ciao Nonnapapera, come stai? E' un po' che non mi faccio sentire... La storia delle paperelle di gomma in viaggio nell'oceano però l'ho seguita con interesse!

    Ciao ciao

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  2. Busi nell'Isola dei Famosi ha una papera che usa come piatto. Chissà se è una di quelle perse nei mari ? Ciao

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  3. Ciao a tutti,
    mi chiamo Tito Canali e grazie ad un'amica sono venuto a sapere della storia delle papere disperse nell'oceano nel 1992. E' incredibile!!!!! Senza saperlo ho scritto un libro per ragazzi "L'isola delle papere di plastica" (pubblicato sul ilmiolibro.it) che sembra raccontare proprio la cronaca di quell'avvenimento. Semplice coincidenza o inconscio collettivo?

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